Translate

SEGUICI SU YOUTUBE

mercoledì 9 dicembre 2015

RACCIS intervista TIZIANO FRATUS "HOMORADIX"

ANTEPRIMA DELL'INTERVISTA SU LEGGEREACOLORI.COM 
PER I 4 ANNI DELLA COLLANA ZOOM FELTRINELLI  




  • Benvenuto a Leggereacolori Tiziano Fratus, da tempo accanto al suo nome e cognome spunta uno pseudonimo davvero curioso, Homoradix, ovvero “uomo-radice”. Da cosa nasce questa definizione?

Nasce dall’esperienza e dai bisogni, dalla suggestione e dall’ammirazione nei confronti dell’unico vero maestro che riconosco: Madre Natura. O Dio, a seconda delle chiavi di interpretazione. Negli anni in cui iniziavo a scrivere i primi libri e nei quali, lentamente e goffamente, mi trasformavo da ragazzo a uomo, perdevo le mie ultime radici familiari. Mi ritrovavo solo e sfibrato in giro per il pianeta, e una risposta è arrivata dai grandi alberi che incontrai a Big Sur. Ci avevo messo piede per respirare quei luoghi dove avevano scritto e vissuto Miller e Kerouac, e quanti altri poeti, scrittori, intellettuali e artisti, e lì, in una riserva, incontrai le mie prime sequoie millenarie. Quelle architetture colossali e naturali mi hanno profondamente inciso ed è nata una poesia, che poi è diventata la definizione di Homo Radix. Mi rendo conto che quando ne parlo o ne scrivo possa sembrare esagerato ma quel concetto, quell’immagine, quelle parole hanno rilanciato la mia vita. Hanno attribuito al mio stesso scrivere e pensare un significato che fino a quel punto non avevo percepito chiaramente. Scherzando dico che ho residenza in ogni bosco che abbia visitato, ma non si tratta di uno scherzo così sciocco: c’è del vero. Incontrare un grande albero o attraversare una foresta vetusta per me è come tornare a casa. Lì ci sono individui, anime, abitanti di questo pianeta che per me valgono come i fantasmi di certi poeti e scrittori che amo, sono tessuti della realtà che mi accolgono e riducono il mio senso di solitudine.

  • Gli alberi, le radici, le spesse cortecce sono elementi base con il quale affronta diverse riflessioni non solo in poesia, ma ad esempio anche nel suo “Manuale del perfetto cercatore d’alberi” ricco di informazioni e immagini stupende, dove esordisce scrivendo: Non ditemi quali monumenti ci sono vicino a casa vostra ma quali alberi. Oggi è davvero fondamentale tutelare e valorizzare la natura e questi “esseri” arcani, dalla storia millenaria?

E’ molto facile fare affermazioni che vincolino, moralmente, civilmente, l’intera umanità a obblighi o compiti specifici. Per me la vita degli uomini è frutto del caso, l’evoluzione delle specie ha portato a noi e non sappiamo nemmeno se ne siamo il punto finale. Per come si è comportata la nostra specie da quando si è presentata sul pianeta c’è da augurarsi di non vedere mai nascere una specie più evolvente della nostra. Potrebbe essere molto spiacevole. Credo che sia meglio vivere in un pianeta dove esistano ancora alberi di quattromila o cinquemila anni, piuttosto che soltanto parcheggi, centri commerciali e villette a schiera. E preferisco poter andare per mare e in lontananza notare lo sbuffo d’acqua di una balena franca, piuttosto che sapere che i miei figli non li potranno incontrare. Gli alberi e le piante hanno l’inarrestabile utilità di produrre ossigeno, che a quanto pare occorre ai nostri corpi per proseguire a vivere, e producono una quantità di sostanze che ci stanno aiutando, da almeno due secoli, a sintetizzare farmaci per sconfiggere malattie mortali. Non lo dimenticherei.

CONTINUA A LEGGERE L'INTERVISTA QUI SU LEGGEREACOLORI

http://www.leggereacolori.com/libri/interviste/tiziano-fratus/http://www.leggereacolori.com/libri/interviste/tiziano-fratus/

#fabrizioraccis #leggereacolori #tizianofratus #feltrinelli #zoom #intervistaesclusiva

Nessun commento:

Posta un commento