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venerdì 26 dicembre 2014

Tre poesie - Fabrizio Raccis



In Majakovskij


Cosa sono i versi? 
Parole inutili!
Cianciava il poeta freddo
quello che si sparò un colpo alla testa
e salutò i futuristi
come un re pensoso.
E tu puoi illuderti
che io non abbia più nulla da dire
e sia costretto a copiare
mentre mi attraversi la strada
come un pedone sfrontato!
È della tua stessa paranoia
che sei schiava
quando provi a pescare uomini
e non pesci,
tirando le tue reti
ti accorgerai
di esserti fatta limare il cervello
da una ridicola mania.
La mia penna scrive senza fatica
poiché non amo le frasi oziose,
innalzerò una diga di parole
quest'oggi
per farti notare la differenza
tra un piccolo esordire
e un pezzo da novanta.
La mia discesa sulla carta
è come un sipario sul Golgotta,
le stelle si fanno occhi
la notte una veste
le nuvole nere di tempesta!
Il tuo prato rigido
come capelli duri e ricciuti
è schifosamente identico
a quello di noi tutti.
Tu sei convinta
d'essere un insigne poeta
ma sei solo il riflesso,
la brutta copia
di un'altra brutta copia.







Suonatore decadente




Ci sono dei corpi nella mia testa

si fanno suonare disperatamente
fino allo sfinimento,
corpi di donna dalle unghie rotte
pallidi come un latte torbido.
Sono un suonatore decadente
il melodico del niente,
questo pianoforte
ha il suono provocante
di una modella analfabeta.






Il barbone imborghesito




Il cantante barbone si è imborghesito
la sua voce entusiasmante ha fallito
ha perso lo smalto nei salotti di Bromion
quando ha suonato con la sua chitarra cotillon. 
I ratti gelosi hanno orrende dita
e quando lo vedono indicano l'uomo
senza alcuna pietà
come se avessero visto una prostituta
tra le grotte di Bromion,
dove il lume la sera
formava un atmosfera parigina
e tu, ti sentivi in vacanza dal mondo
sotto una gigante luna piena.
Adesso il suo canto
è un pianto di gatto
l'angoscia del suo corpo
tutto raggrinzito
la barba scolorita e il capello bucato,
è tornato sulla strada
vecchio lupo affamato
alla ricerca di un ritornello
che lo faccia star bene
che lo porti lontano
dal suo mentale bordello.




©Fabrizio Raccis 

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