Sorridi donna/sorridi sempre alla vita/anche se lei non ti sorride./Sorridi agli amori finiti/sorridi ai tuoi dolori/sorridi comunque./Il tuo sorriso sarà/luce per il tuo cammino/faro per naviganti sperduti.Alda Merini
Paul Verlaine nel suo ultimo breviario scriveva una citazione di Villiers de l’Isle-Adam “Si deve scrivere per tutti, per il mondo intero…” spiegando come in pochi avrebbero capito il significato di questa frase pulsante. Oggi siamo invasi di poeti avari, da scrittori che si auto celebrano vincitori, che arrivano a fingere la solitudine per accaparrarsi la figura dello scrittore reietto. Non è di certo il caso della poetessa che stiamo per conoscere attraverso queste righe.
Ho scelto di citare la prima frase perché la poetessa Alessandra Sorcinelli ha delle qualità incredibili come la generosità artistica nei confronti di tutti, senza nessuna distinzione; per il mondo intero.
La cosa più bella della partecipazione attiva a reading, festival letterari e Fiere dedicate all’editoria è quella di poter conoscere persone che lasciano un segno indelebile della propria personalità sugli altri.
Ho conosciuto Alessandra durante un evento teatrale dedicato alla poesia contemporanea, quello che mi ha colpito di lei, oltre alle sue poesie, sono la disponibilità nell’ascoltare gli altri e capirli in modo rapido, immediato, anche soltanto leggendoli attraverso uno sguardo. Mi ha dato l’impressione di una persona che ha vissuto sulla propria pelle diverse esperienze di vita e, anche in questo caso(come per gli altri poeti citati nei vecchi articoli) la sua sensibilità arriva oltre, al di là del mare, dell’orizzonte.
Alessandra Sorcinelli è nata a Cagliari, dove ha conseguito due lauree in materie giuridico economiche, esperta in pari opportunità e diritto non discriminatorio, esperta in politiche di genere, ha fatto della poesia una forma di comunicazione dell’anima.
Organizzatrice
di eventi museali, artistici e culturali, ha vinto diversi premi e
menzioni speciali per la sua poesia, nazionali e locali. Ha
all’attivo diverse pubblicazioni ma, quella che ho deciso di citare
in questo articolo è il libro Avevo sempre le scarpe rosse, Edizioni LFA Publisher(Napoli,
2020), un libro che riesce a racchiudere la sensibilità profonda di
questa poetessa che sembra esorcizzare attraverso il verso sciolto
parte del suo passato, alcuni dei cupi momenti vissuti nel caotico
scorrere del tempo.
Meriggio e miraggio:
ibiscus ovunque
ibiscus comunque
ibiscus qualunque.
Miraggio e meriggio:
ovunque colore
comunque nel sole
qualunque fiorire
ovunque dolore.
Miraggio l’amore.
“Ibiscus in idem” poesia dalla raccolta Avevo sempre le scarpe rosse, LFA Publisher, 2020
“Per un’ora lieta sempre/val la pena di dar forma/alla sostanza giacente/dentro il cuore e in ogni mente"[…] Alessandra Sorcinelli come abile giocoliere di parole, gioca, stuzzica, aggroviglia i propri sentimenti con una formula precisa, nel suo intento poetico emerge un sentimento di rivalsa dalle avversità della vita. L’amore è un miraggio che appare e scompare in questo deserto arido che concede pochi sconti a chi decide di attraversarlo. La fioritura citata nei versi precedenti cammina a braccetto con il dolore, dopo tutto anche la nascita è legata alla sofferenza, così come le esperienze di crescita, i drammi e le delusioni hanno sempre accompagnato le esperienze nella fase di crescita o meglio, di fioritura. L’ibiscus è una pianta ornamentale tra le più diffuse, nel linguaggio dei fiori rappresenta la bellezza fugace della giovinezza, e in questa poesia l’autrice sembra fare riferimento proprio al suo periodo giovanile.
Sentirsi ad ogni costo
sentirsi
sentirsi fuori posto
come conchiglia vuota
che ormai non suona più.
Sentirsi ad ogni modo
almeno
almeno un fermaposto
sulla tovaglia antica
sulla vissuta tavola.
Come ambarabaciccicoccò
siam conchiglie sul comò.
Come ricordo ormai
di un mare in lontananza
sentiamo
sentiamo ancor le onde
ma ormai siam fuori posto.
“Fermaposto” poesia dalla raccolta “Avevo sempre le scarpe rosse”, LFA Publisher, 2020
In questo testo mi colpisce la brutalità del sentimento, una brutalità incantevole, meravigliosamente semplice, precisa nel comunicare il senso di inadeguatezza. Il sentirsi fuori posto su una tavola vissuta, un oggetto che ha perso il suono naturale e gioca con fare di bambina aggrappandosi ad un ricordo in lontananza che evoca le onde del passato.